domenica 18 ottobre 2015

IN REAL LIFE | COSE CHE OGGI PROPRIO NON CAPISCO


                                                    

Tempo fa, girando per gli scaffali della mia libreria di zona, ho notato tra tutte una copertina a me familiare: sto parlando del libro conosciuto in lingua originale come Splintered, dell'autrice americana A. G. Howard. 
Presa dalla commozione del momento ("Hanno tradotto Splintered in italiano, non posso crederci"), non faccio in tempo ad avvicinarmi al libro ed ecco che *inserire rumore di giradischi difettoso* finisce bruscamente la mia gioia. Questa la traduzione del titolo: "Il mio splendido migliore amico".
Ora, io posso accettare tante cose. Posso accettare che vengano stravolti i progetti grafici dei libri, perchè in fondo conta il contenuto (ma davvero? Accidenti! Tornerò sull'argomento però), che un libro venga portato in Italia dopo secoli o che non venga portato proprio. Ma non riesco ad ignorare una cosa come questa. 
Uno dei problemi più grossi che ho notato di recente, è la cattiva luce sotto cui spesso vengono visti i libri di categoria Young Adult: quei libri che, di regola, vengono indirizzati ad un pubblico dai 15 ai 18/20 anni, ma che altrettanto di regola vengono letti da un insieme di lettori molto più vasto.
Premetto che parlerò del problema YA in separata sede, mi concentro qui sulla traduzione dei titoli, semplicemente perchè sono il primo dettaglio che balza all'attenzione. 
Cosa vi viene in mente con un titolo come Il mio splendido migliore amico, vi chiedo?
Una storia d'amore da far saltare i livelli degli zuccheri nel sangue. La solita banalità.


Splintered ha sicuramente una trama che coinvolge anche una storia d'amore, ma non è una storia d'amore. E' un racconto basato sul celebre Alice nel paese delle meraviglie, reinventato con accenti a tratti molto maturi e piuttosto inquietanti. Una storia che tratta la pazzia e che ha come sfondo un'ambientazione che di paese delle meraviglie ha ben poco. E' uno dei retelling migliori che io abbia letto negli ultimi anni, con tutte le problematiche incluse.
Mi chiedo quindi, era proprio necessario storpiare il titolo così tanto? Farlo apparire come l'ennesimo romanzo per ragazzine (eh si, alle ragazzine interessa solo l'amore, non lo sapevate?) alla stregue di fenomeni come After & co?
E non è neanche l'unico esempio. 
Potrei stare qui per ore ad elencarvi le ultime trovate pubblicitarie, una fra tutte la recente uscita a cura di DeA (che pure è una CE che apprezzo molto) del libro di Moriah McStay, Everything That Makes You


Perché? Perchè tradurre con "La Strada che mi porta da te" un libro che parla di una ragazza con metà volto devastato da cicatrici? Che sembra concentrarsi più sulla crescita personale della protagonista che sulla storia d'amore? 
Non voglio demonizzare la miriadi di pubblicazioni "zuccherose" e dal dubbio spessore intellettuale, ma mi chiedo se davvero tutto ciò sia necessario. 
Si, esistono le regole di marketing, ne sono cosciente. Ma dalle scelte di marketing deriva anche un impatto socio - culturale non indifferente. La percezione che posso avere di un testo cambia radicalmente se il titolo passa da "Tutto ciò che sono" a "La strada che mi porta a te". E anche di molto, specialmente se poi si da peso al contenuto in sé.
No, non è sempre la solita storia d'amore alla Twilight, e bisognerebbe farlo notare anche attraverso la scelta dei titoli.

Scusate il post chilometrico,
voi che ne pensate?
Fatemelo sapere!

10 commenti:

  1. Diciamo che la cover della DeA è molto carina, ma non è in sintonia con la storia da quanto ho letto nelle recensioni .-.
    Splintered è bellissima e il carattere del testo italiano ha rovinato l'effetto d'insieme ç_ç

    RispondiElimina
  2. Allora, prima di dire qualsiasi cosa voglio appuntare una cosetta: io studio Marketing, e non "tante materie tra cui marketing". Io faccio proprio Marketing Management e posso dire al 100% che l'uso di questa parola, in alcuni contesti, è sbagliato ò_ò sì, purtroppo le CE chiamano la loro comunicazione "marketing" e sì, molti ormai usano il "marketing" come parola per gettare fango su scelte sbagliate di comunicazione.
    "È marketing..."
    Beh, quelle che hai appena citate, se vogliamo considerarle marketing, è marketing fatto molto male.

    Detto questo, che era più una mini filippica sul mio corso di studi (insomma, dovevo difenderlo dall'essere avvicinato a certe schifezze! XD Il marketing è ben altro), posso dire di essere d'accordo al 100% con questo post. Non vedo assolutamente l'utilità di storpiare in modo simile i titoli dei libri e i loro progetti grafici, tanto per avvicinarci alle mode del momento e attirare le ragazzine amanti di After verso lidi differenti. Le case editrici dicono di farlo perché c'è crisi, perché devono pur vendere qualcosa, ma la verità è che "non sanno vendere". A mio parere, almeno, con una metodologia diversa potrebbero benissimo evitare di rovinare il senso di un romanzo e riuscire allo stesso tempo a venderne qualche copia.

    La verità è che, purtroppo, il marketing non lo sanno fare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tranquilla, sta anche nel mio corso di studi :) l'ho usato impropriamente ma mettermi ad analizzare la situazione in termini eccessivamente analitici sarebbe stato pesante XD
      Difatti non è marketing, è cercare di vendere disperatamente e basta.

      Elimina
    2. "Cercare di vendere disperatamente" rende molto bene l'idea, devo dire LOL Sì, scusa la filippica qui sopra :P è che vedo così tante volte gente, soprattutto nel mondo dei libri, che parla di marketing come fosse l'ultimo girone dell'inferno, un demone da cui fuggire AHAHAH La cosa più triste, poi, è che gli editori italiani potrebbero anche provare a gettare uno sguardo oltralpe per vedere come gestiscono le promozioni. Ma no, con la scusa del "l'Italia funziona diversamente dall'estero", non tentano mai di migliorarsi.
      Bah ç_ç speriamo le cose cambino con l'arrivo di editori stranieri come la HarperCollins!

      Elimina
    3. Con questo ragionamento finirà male. Già le statistiche parlano chiaro: in italia si legge poco (solo il 41% degli italiani). Spero che HarperCollins possa ampliare la scelta, sicuramente metteranno in atto decisioni pubblicitarie diverse. Spero. Ciò che però mi preoccupa è comunque la ricezione. Ti rimando a quel misero 41%...

      Elimina
  3. Sono ancora convinta che abbiano assunto il folle che adattava i titoli dei cartoni animati negli anni '90 (The Slayers -> Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo; Magic Knight Rayearth -> Una porta socchiusa ai confini del Sole... ).

    RispondiElimina
  4. Sono completamente d'accordo con te! Pur di vendere un certo libro cercano di farlo apparire in modo diverso, storpiando titoli o mettendo cover che non c'entrano niente con la trama, per attirare di più la gente, ma in realtà secondo me non ce ne sarebbe affatto bisogno!
    Poi c'è anche da dire che, a mio parere, le CE italiane del genere YA e NA sottovalutano un po' i lettori a cui si rivolgono e non danno loro la giusta importanza...

    RispondiElimina
  5. Mi trovi completamente d'accordo! Anzi, ti dirò di più. Anch'io ho parlato di questo titolo davvero banale in confronto alla storia raccontata dalla trama, in un appuntamento di Cover Battle sul mio blog. Lo trovo davvero ingiusto che titoli così belli, vengano cambiati. Anche perché il titolo italiano suggerisce una cretinata all'After e compagnia bella (proprio come hai detto tu). Che poi vedo su Goodreads molto titoli e copertine meravigliose di libri in lingua, e poi vedendo gli stessi libri trasportati in Italia mi cadono le braccia. Come se l'obiettivo delle nostre CE fosse banalizzare gli YA, come se non fossero al pari di altri generi, mah. Inoltre quando vidi Splintered per la prima volta trasportata in Italia mi decisi che l'avrei comprato in lingua originale, perché sinceramente non ci tengo proprio ad avere in libreria un libro con questo titolo così orrendo.

    RispondiElimina
  6. Pessime traduzioni -_- Hai visto con che titolo pubblicheranno Me and Earl and the Dying Girl? Assurdo XD

    RispondiElimina