THE HUNGER GAMES: MOCKINGJAY PART I+II
(Spoilers, *coff*)
Regia: Francis Lawrence Cast: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Sam Claflin, Jenna Malone, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Jeffrey Wright Anno: Novembre 2015 Genere: Sci Fi, Futuristico, Distopico, Azione Colonna sonora: James Newton Howard Durata: 137' Critica: IMDB 7,3/10 Rotten Tomatoes 70%
E' finita. La ghiandaia imitatrice è sopravvissuta (beccati questa Snow!), e con lei anche noi fedelissimi della dottrina di Panem ribellione.
13 distretti per la prima volta uniti, ispirati dalle parole di una ragazza incazzosa di 17 anni che con loro e come loro lotta per una vita migliore, per l'assenza del terrore, per la libertà di parola e di scelta. Per un mondo nel quale nessuno dovrà più essere costretto a lottare per la propria vita davanti alle telecamere di un reality show.
Katniss, metà dei suoi fan, se fosse vera, non la sopporterebbero per più di 10 minuti: descriverla come "difficile di carattere" è un eufemismo, un modo per essere gentili.
Ma la storia che vediamo attraverso i suoi occhi tocca nell'animo ognuno degli spettatori, in un modo o l'altro è impossibile rimanere passivi davanti allo schermo.
Un susseguirsi di esplosioni e silenzi, un'eterna danza tra la vita e la morte con il fantasma del sacrificio che fa da sottofondo ad ogni scena.
Il sacrificio di ognuna delle persone coinvolte, da Katniss a Gale, passando per la Jackson e Boggs,; enorme, inaspettato, quasi scontato e straziante.
Di coloro che partono diretti verso una fine incerta, portando con se solo la voglia dirompente di cambiamento, di giustizia e riscatto.
C'è chi non ha apprezzato pienamente quest' ultimo capitolo e posso capirne anche il motivo.
Difatti manca l'impatto mozzafiato di Catching Fire, e potrebbe essere considerata un'occasione persa a causa della scarsa emotività che suscita rispetto ai precedenti.
E' così per le scene di morte che riguardano alcuni dei protagonisti che, di fatto, rischiano di trasformare la narrazione in qualcosa di piatto, che non strappa lacrime e non lascia neanche il tempo di farsi sentire appieno.
Ma se da una parte giustifico il sentimento che può portare ad un rating meno alto del previsto, dall'altra, tuttavia, ci sono delle considerazioni da fare.
Mockingjay è un film che parla di guerra, di rivoluzione. Cosa c'è di davvero poetico o emozionante nella morte? Non parlo dell'emozione che suscita in chi guarda, ma dell'ipotetico impatto di chi vive quel momento. La difficoltà di accettare la fine, l'odio verso l'establishment di Snow, verso tutto ciò che è stato generato dalla vendetta e dal dolore. Cosa lasciano tutti questi elementi all'interno di chi li vive?
Non credo che Katniss sia odiosa. Non credo che ci siano necessariamente poche emozioni, o poche scene da pianto o che questo sia un male.
Credo invece che Il Canto della Rivolta sia vero, cinico e crudele quanto la realtà che si accinge a descrivere. Quella che lascia spazio solo al raziocinio, l'unico vero filtro tra la vita e la morte.
E anche se è certo che nessuno vorrebbe perdere la propria anima per vedere un mondo migliore, coloro che, come Katniss e Peeta, accettano di combattere. possono davvero vivere l'emozione più grande di tutti: essere parte di qualcosa di nuovo e infinitamente migliore.
The Mockingjay lives.